Sotto a chi tocca
- Vinz
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Si vabbè, bel racconto...
Ma alla fine l'hai impennata???
[quote=""LordCasco""](doverosa premessa: il racconto è romanzato come sempre, mi scuso con il venditore che si è rivelato persona intelligente, disponibile ed estremamente generosa, alla quale non posso che essere grato)
Bava alla bocca ed amico nel sedile accanto, il tre cilindri germanico che ruvido corre lungo la quattro corsie, lo stridere dei pneumatici esterni in appoggio come sottofondo ad una piacevole conversazione, quel trafiletto di terrore davvero ben celato nel viso dell'amico, la agognata meta che si avvicina.
Strade mai percorse e luoghi mai visti nei quali ci si ritrova senza sapere come, guidati dalle meticolose indicazioni telefoniche ricevute il giorno prima, quel portone in legno che con lo sguardo cercavo tra le decine presenti. Ecco il pusher affacciarsi dal cancello e mostrarsi ai nostri occhi.
La prima volta che incontri un nuovo pusher devi conquistarti la sua fiducia, deve essere certo che sappia apprezzare la sua roba e che non gli darai problemi, devi mostrarti fedele come un pastore tedesco e discreto come una filippina; screening e risonanza magnetica danno esito positivo al check-in e ci viene accordato l'accesso al caveu sotto scorta.
Trepidante, infantile, trattengo a stento le emozioni, non ho ancora realizzato che sto tornando in sella, il pusher ha i sensi ipersviluppati, come vedremo meglio più avanti, ed avvertendo a livello subliminale la mia irrequietezza, decide da subito di rassicurarmi con la lettura del testo sacro, i dati tecnici del libretto di uso e manutenzione secondo Matteo, XV - XX dei salmi responsoriali, non privandosi di approffondite e ricorrenti analisi di confronto tra la performance originale fornita dal produttore e l'effetto stupefacente dovuto alle sue cure; ogni suo pensiero doveva concludersi con un corale "piena di grazia" o "amen" da parte dei fedeli presenti.
Talare color porpora e palmi rivolti al cielo, in religioso silenzio assistiamo allo svolgersi della funzione, con qualche intromissione da parte di lumi che viene repentinamente sopita; peccato che ogni richiesta, domanda, affermazione, pensiero, espressione facciale, respiro, posizione corporea o battito di ciglia induca spiegazioni che partono dal giorno in cui i genitori di Dio nostro Signore lo hanno concepito e terminano..... in altre spiegazioni.
L'astinenza ha la meglio, preso da un raptus interrompo questo loop imponendo a lumi il silenzio e come unica forma di comunicazione consentita gli sms, così finalmente assolti gli obblighi precontrattuali cominciamo a pattuire i termini dell'affidamento congiunto, fatto di un passaggio progressivo dal padre biologico a quello adottivo, con un incoscio tentativo di non staccarsi dal pargolo da parte del biologico.
Almeno questo era negli intenti del pusher che non prevedeva il mio grado di astinenza, ed il quale ha dovuto velocemente realizzare che nel giro di qualche ora tutto quel suo mondo si sarebbe trasferito altrove. Il giudice civile gli ha concesso una visita mensile per alleviare il distacco.
La meticolosità, la cura, la dedizione, la quantità e la qualità della spesa, le parole ed i gesti concreti, sono quelli con cui un artista realizza la sua opera. Ogni artista di pregio in questo mare magnum di pezzi speciali, lavorazioni artigianali e bellezza soggettiva, pone volutamente un difetto nel suo operato, nella sua composizione, quel voluto difetto che rende ancora più affascinante la compiutezza dell'opera stessa, quel neo Leonardesco sul viso della Gioconda, quella spericolata eccezione che conferma la regola della realizzazione di un opera, allo stesso modo anche il nostro artista ha compiuto il suo errore. Voluto non razionalmente ma dal subconscio che non si vuole staccare dall'opera.
In questo caso il difetto si chiama batteria di avviamento, quella che tipicamente consente ai dichiarati compratori di perfezionare l'acquisto portandosi via l'oggetto acquistato, quella che tipicamente si corre in cantina a controllare quando sta arrivando qualcuno appositamente per vedere funzionare l'opera. Dettagli ma contano, avvolte.
IL dio degli accumulatori impietosito ci risolve il problema facendo piovere nel vicino ricambista una batteria adatta all'occorrenza, non senza qualche lavorazione manuale con la lima e spessori in gomma per adattarla al vano.
Risolti i problemi di avviamento il rito riprende e con esso la funzione, finalmente riusciamo ad avviare l'opera, un profondo sibilo gira irregolare al minimo, una volta in temperatura l'officiante schiarisce la voce al pargolo e cominciano a diffondersi nell'aria colorate note, qualche colpo di gas caratterizzato in rilascio da un leggero crepitio, che subito allarma il pusher. Lo vediamo annusare l'aria, valutarne la consistenza e il livello di rarefazione, occhi socchiusi controluce vediamo formarsi una smorfia di disappunto sul suo volto, l'analisi organoletica dei gas di scarico restituisce come responso un "benzina non pura, benzina vecchia, cambiare cambiare". Mi guarda quasi in cerca di conforto, ma il mio sguardo gli dice qualcosa tipo "in questo momento ho la stessa sensibilità del clitoride di cicciolina".
Di lì a pochi istanti ci ritroviamo tutti e tre in cerchio, calici al cielo ad attingere dal Sacro Gral delle benzine addittivate, mescendoli insieme con leggeri e concentrici movimenti del polso che innescano la rotazione dei liquidi all'interno del calice. Annusandone ed apprezzandone la consistenza, l'odore, la colorazione, finchè viene deliberata la scelta finale composta da benzina a 98 o 99 ottani più specifici addittivi fornitemi obbligatoriamente con il mezzo.
A quel punto fa breccia nella sua mente l'idea che la moto, accendendo, possa essere portata via, e disperato cerca di reffuggire dall'inveitabile, allontanando il momento della separazione presentandosi in agenzia sprovvisto del CDP ed a 10 minuti dalla chiusura, quel dettaglio, in tal caso, senza il quale non si può formalizzare il "trapasso", mai parola fù più adatta mi disse.
Ma oramai era già troppo tardi, silenziosamente ma ineluttabilmente come un ragno, con la bava alla bocca ormai ho già avvolto le ruote, il manubrio, il serbatoio, la moto, lui, il giardino e tutta la sua casa, mi porto via tutto se non si sbriga, mi vendo anche gli infissi ed i gattini che ha in giardino se non mi lasci andar via in moto.
Questi dieci minuti sono però più che sufficienti per tornare a casa sua a velocità warp, aspettare impazientemente che lui trovasse il cdp, ritornare in agenzia a due ruote abbandonando l'auto in corsa, tiro il freno a mano e mi lancio dallo sportello, mi tuffo verso la serranda del negozio che si sta chiudendo e riesco ad infilare un dito sotto. Frattura delle falangi e lussazione del polso ma cazzo, sono dentro e ora mi servi. Lego alla sedia il pusher, distribuisco sul tavolo i documenti sotto gli occhi dell'operatore e glieli leggo riga per riga ad alta voce mentre inserisce i dati nel computer.
In quel momento la rivelazione, colto da un improvviso senso di realismo il pusher realizza che sto per deflagrare la verginità della sua creatura, gliela sto portando via, ha un ultimo sussulto di malinconia e mi rivela che la moto non l'avrebbe data a nessuno se non fosse che STefano, suo caro amico, gli ha raccontato di me che sono tanto appassionato da inseguire le moto in macchina. Lui si deve essere immaginato con quale volontà e masochismo io faccia cose del genere, ed alla fine ha ceduto.
Risaliti in auto ci dirigiamo a casa sua per prendere la moto ed i ricambi, ed ha quì inizio una nuova via crucis nella quale i 1676 pezzi di ricambio che mi sono stati gentilmente regalati, si posso usare questo termine perchè per 4000euro ho ricevuto regali per almeno il doppio, dicevo ogni singolo pezzo è transitato dalle sue mani alle mie con un racconto che ne descriveva l'esodo, il viaggio, la storia, l'efficacia.
Dalle pedane Over che dal giappone all'italia due o tre volte hanno più chilometri della moto senza aver mai visto asfalto, passado per steli forcella piastre di sterzo kti carburatori scarichi akrapovic completi candele cavi disco di anticipo accensione nottolini dischi discacciati e breaking pinze pastiglie viti selle staffe, ogni cosa ha una storia che ci è stata enunciata con dovizia di particolari unica.
Ci sentivamo come ad uno di quegli incontri celebrativi per festeggiare un successo, ad un certo punto sono comparsi tanti omini con gli occhi a mandorla tutti uguali, vestiti di giallo con una striscia orizzontale nera, che sorridenti si indaffaravano intorno alla moto, poster sui muri e bandiere battenti sol levante, lui con la bandana in testa con scritto banzai, dritto in piedi come un milite, mano destra sul cuore cantare l'inno nazionale giapponese mentre il nonno dei griffin sulla sedia a rotelle azionava un grammofono che sulla quattro quarti saltava sempre la terza.
Una scena memorabile conclusasi in un commovente abbraccio collettivo, io che abbraccio lui, lui che abbraccia lumi, lumi che abbraccia me, il nonno dei griffin che abbraccia il pilastro di casa, insomma lacrime agli occhi e un forte batticuore.
Il resto del tempo trascorre così, dolcemente tra un ricordo e l'altro, una malinconia e l'altra, finchè arriva il momento di salire e portarsi via la bambina, la poppante milletrè.
Infilo il casco ed i guanti, motore acceso, mi allontano qualche metro dalla casa, mi chino sul serbatoio, poggio la mano sopra e dolcemente la rassicuro, vedrai non ti farò male; lei mi dice che è la prima volta, che è tanto ferma e si imbarazza, allora io le alzo subito la gonna, manata sull'interno coscia, la lancetta dei giri passa vorticosamente da mille a infinito, l'elefante d'acciaio indossa il tutù rosa e si libra in alto nel cielo, la lancetta del tachimetro si posa sul fondo scala inesorabilmente e facilmente, mentre la moto continua la sua accellerazione.
Ho il cuore in gola, la ripresa, la forza, la consistenza di questo milletrè un pò frugato sono la cura di cui avevo bisogno. La vista comincia a schiarirsi e l'astinenza a calare, riprendo il respiro e mi godo la sensazione di inebriare, di sbronzare il mio cervello con queste scariche di newtometri. Arrivo a casa ed è come se fosse sempre stata con me, mi siedo in giardino al freddo a guardare il luccichio metallico dei coperchi punterie confondersi coi riflessi della luce sulle pedane, con il quattro big four al centro in bella vista.
Oggi sarò sintetico, basta così.
(perdonate gli orrori)[/quote]
Ma alla fine l'hai impennata???
[quote=""LordCasco""](doverosa premessa: il racconto è romanzato come sempre, mi scuso con il venditore che si è rivelato persona intelligente, disponibile ed estremamente generosa, alla quale non posso che essere grato)
Bava alla bocca ed amico nel sedile accanto, il tre cilindri germanico che ruvido corre lungo la quattro corsie, lo stridere dei pneumatici esterni in appoggio come sottofondo ad una piacevole conversazione, quel trafiletto di terrore davvero ben celato nel viso dell'amico, la agognata meta che si avvicina.
Strade mai percorse e luoghi mai visti nei quali ci si ritrova senza sapere come, guidati dalle meticolose indicazioni telefoniche ricevute il giorno prima, quel portone in legno che con lo sguardo cercavo tra le decine presenti. Ecco il pusher affacciarsi dal cancello e mostrarsi ai nostri occhi.
La prima volta che incontri un nuovo pusher devi conquistarti la sua fiducia, deve essere certo che sappia apprezzare la sua roba e che non gli darai problemi, devi mostrarti fedele come un pastore tedesco e discreto come una filippina; screening e risonanza magnetica danno esito positivo al check-in e ci viene accordato l'accesso al caveu sotto scorta.
Trepidante, infantile, trattengo a stento le emozioni, non ho ancora realizzato che sto tornando in sella, il pusher ha i sensi ipersviluppati, come vedremo meglio più avanti, ed avvertendo a livello subliminale la mia irrequietezza, decide da subito di rassicurarmi con la lettura del testo sacro, i dati tecnici del libretto di uso e manutenzione secondo Matteo, XV - XX dei salmi responsoriali, non privandosi di approffondite e ricorrenti analisi di confronto tra la performance originale fornita dal produttore e l'effetto stupefacente dovuto alle sue cure; ogni suo pensiero doveva concludersi con un corale "piena di grazia" o "amen" da parte dei fedeli presenti.
Talare color porpora e palmi rivolti al cielo, in religioso silenzio assistiamo allo svolgersi della funzione, con qualche intromissione da parte di lumi che viene repentinamente sopita; peccato che ogni richiesta, domanda, affermazione, pensiero, espressione facciale, respiro, posizione corporea o battito di ciglia induca spiegazioni che partono dal giorno in cui i genitori di Dio nostro Signore lo hanno concepito e terminano..... in altre spiegazioni.
L'astinenza ha la meglio, preso da un raptus interrompo questo loop imponendo a lumi il silenzio e come unica forma di comunicazione consentita gli sms, così finalmente assolti gli obblighi precontrattuali cominciamo a pattuire i termini dell'affidamento congiunto, fatto di un passaggio progressivo dal padre biologico a quello adottivo, con un incoscio tentativo di non staccarsi dal pargolo da parte del biologico.
Almeno questo era negli intenti del pusher che non prevedeva il mio grado di astinenza, ed il quale ha dovuto velocemente realizzare che nel giro di qualche ora tutto quel suo mondo si sarebbe trasferito altrove. Il giudice civile gli ha concesso una visita mensile per alleviare il distacco.
La meticolosità, la cura, la dedizione, la quantità e la qualità della spesa, le parole ed i gesti concreti, sono quelli con cui un artista realizza la sua opera. Ogni artista di pregio in questo mare magnum di pezzi speciali, lavorazioni artigianali e bellezza soggettiva, pone volutamente un difetto nel suo operato, nella sua composizione, quel voluto difetto che rende ancora più affascinante la compiutezza dell'opera stessa, quel neo Leonardesco sul viso della Gioconda, quella spericolata eccezione che conferma la regola della realizzazione di un opera, allo stesso modo anche il nostro artista ha compiuto il suo errore. Voluto non razionalmente ma dal subconscio che non si vuole staccare dall'opera.
In questo caso il difetto si chiama batteria di avviamento, quella che tipicamente consente ai dichiarati compratori di perfezionare l'acquisto portandosi via l'oggetto acquistato, quella che tipicamente si corre in cantina a controllare quando sta arrivando qualcuno appositamente per vedere funzionare l'opera. Dettagli ma contano, avvolte.
IL dio degli accumulatori impietosito ci risolve il problema facendo piovere nel vicino ricambista una batteria adatta all'occorrenza, non senza qualche lavorazione manuale con la lima e spessori in gomma per adattarla al vano.
Risolti i problemi di avviamento il rito riprende e con esso la funzione, finalmente riusciamo ad avviare l'opera, un profondo sibilo gira irregolare al minimo, una volta in temperatura l'officiante schiarisce la voce al pargolo e cominciano a diffondersi nell'aria colorate note, qualche colpo di gas caratterizzato in rilascio da un leggero crepitio, che subito allarma il pusher. Lo vediamo annusare l'aria, valutarne la consistenza e il livello di rarefazione, occhi socchiusi controluce vediamo formarsi una smorfia di disappunto sul suo volto, l'analisi organoletica dei gas di scarico restituisce come responso un "benzina non pura, benzina vecchia, cambiare cambiare". Mi guarda quasi in cerca di conforto, ma il mio sguardo gli dice qualcosa tipo "in questo momento ho la stessa sensibilità del clitoride di cicciolina".
Di lì a pochi istanti ci ritroviamo tutti e tre in cerchio, calici al cielo ad attingere dal Sacro Gral delle benzine addittivate, mescendoli insieme con leggeri e concentrici movimenti del polso che innescano la rotazione dei liquidi all'interno del calice. Annusandone ed apprezzandone la consistenza, l'odore, la colorazione, finchè viene deliberata la scelta finale composta da benzina a 98 o 99 ottani più specifici addittivi fornitemi obbligatoriamente con il mezzo.
A quel punto fa breccia nella sua mente l'idea che la moto, accendendo, possa essere portata via, e disperato cerca di reffuggire dall'inveitabile, allontanando il momento della separazione presentandosi in agenzia sprovvisto del CDP ed a 10 minuti dalla chiusura, quel dettaglio, in tal caso, senza il quale non si può formalizzare il "trapasso", mai parola fù più adatta mi disse.
Ma oramai era già troppo tardi, silenziosamente ma ineluttabilmente come un ragno, con la bava alla bocca ormai ho già avvolto le ruote, il manubrio, il serbatoio, la moto, lui, il giardino e tutta la sua casa, mi porto via tutto se non si sbriga, mi vendo anche gli infissi ed i gattini che ha in giardino se non mi lasci andar via in moto.
Questi dieci minuti sono però più che sufficienti per tornare a casa sua a velocità warp, aspettare impazientemente che lui trovasse il cdp, ritornare in agenzia a due ruote abbandonando l'auto in corsa, tiro il freno a mano e mi lancio dallo sportello, mi tuffo verso la serranda del negozio che si sta chiudendo e riesco ad infilare un dito sotto. Frattura delle falangi e lussazione del polso ma cazzo, sono dentro e ora mi servi. Lego alla sedia il pusher, distribuisco sul tavolo i documenti sotto gli occhi dell'operatore e glieli leggo riga per riga ad alta voce mentre inserisce i dati nel computer.
In quel momento la rivelazione, colto da un improvviso senso di realismo il pusher realizza che sto per deflagrare la verginità della sua creatura, gliela sto portando via, ha un ultimo sussulto di malinconia e mi rivela che la moto non l'avrebbe data a nessuno se non fosse che STefano, suo caro amico, gli ha raccontato di me che sono tanto appassionato da inseguire le moto in macchina. Lui si deve essere immaginato con quale volontà e masochismo io faccia cose del genere, ed alla fine ha ceduto.
Risaliti in auto ci dirigiamo a casa sua per prendere la moto ed i ricambi, ed ha quì inizio una nuova via crucis nella quale i 1676 pezzi di ricambio che mi sono stati gentilmente regalati, si posso usare questo termine perchè per 4000euro ho ricevuto regali per almeno il doppio, dicevo ogni singolo pezzo è transitato dalle sue mani alle mie con un racconto che ne descriveva l'esodo, il viaggio, la storia, l'efficacia.
Dalle pedane Over che dal giappone all'italia due o tre volte hanno più chilometri della moto senza aver mai visto asfalto, passado per steli forcella piastre di sterzo kti carburatori scarichi akrapovic completi candele cavi disco di anticipo accensione nottolini dischi discacciati e breaking pinze pastiglie viti selle staffe, ogni cosa ha una storia che ci è stata enunciata con dovizia di particolari unica.
Ci sentivamo come ad uno di quegli incontri celebrativi per festeggiare un successo, ad un certo punto sono comparsi tanti omini con gli occhi a mandorla tutti uguali, vestiti di giallo con una striscia orizzontale nera, che sorridenti si indaffaravano intorno alla moto, poster sui muri e bandiere battenti sol levante, lui con la bandana in testa con scritto banzai, dritto in piedi come un milite, mano destra sul cuore cantare l'inno nazionale giapponese mentre il nonno dei griffin sulla sedia a rotelle azionava un grammofono che sulla quattro quarti saltava sempre la terza.
Una scena memorabile conclusasi in un commovente abbraccio collettivo, io che abbraccio lui, lui che abbraccia lumi, lumi che abbraccia me, il nonno dei griffin che abbraccia il pilastro di casa, insomma lacrime agli occhi e un forte batticuore.
Il resto del tempo trascorre così, dolcemente tra un ricordo e l'altro, una malinconia e l'altra, finchè arriva il momento di salire e portarsi via la bambina, la poppante milletrè.
Infilo il casco ed i guanti, motore acceso, mi allontano qualche metro dalla casa, mi chino sul serbatoio, poggio la mano sopra e dolcemente la rassicuro, vedrai non ti farò male; lei mi dice che è la prima volta, che è tanto ferma e si imbarazza, allora io le alzo subito la gonna, manata sull'interno coscia, la lancetta dei giri passa vorticosamente da mille a infinito, l'elefante d'acciaio indossa il tutù rosa e si libra in alto nel cielo, la lancetta del tachimetro si posa sul fondo scala inesorabilmente e facilmente, mentre la moto continua la sua accellerazione.
Ho il cuore in gola, la ripresa, la forza, la consistenza di questo milletrè un pò frugato sono la cura di cui avevo bisogno. La vista comincia a schiarirsi e l'astinenza a calare, riprendo il respiro e mi godo la sensazione di inebriare, di sbronzare il mio cervello con queste scariche di newtometri. Arrivo a casa ed è come se fosse sempre stata con me, mi siedo in giardino al freddo a guardare il luccichio metallico dei coperchi punterie confondersi coi riflessi della luce sulle pedane, con il quattro big four al centro in bella vista.
Oggi sarò sintetico, basta così.
(perdonate gli orrori)[/quote]
- LordCasco
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no Vinz, sono un bravo ragazzo e non faccio certe cose
oggi sono andato nuovamente dal pusher a ritirare la seconda tranche di ricambi, un altro cofano pieno di pezzi e nuova officiazione, oggi ho ascoltato la storia di ogni singola vite, che è stata altresì pesata e confrontata, è un personaggio fantastico
ho anche fatto le coccole alla piccolina l'ho pulita le ho messo la batteria nuova qualche spruzzatina di wd40, e per fortuna ho appurato che tutta la viteria interamente sostituita è di colore attinente al componente su cui è fissata, cioè nero o grigio, non ci sono quindi stramberie e colorazioni vistosamente arlechinesche. l'unico componente colorato sono i cotrappesi del manubrio.
avendo abbassato l'avantreno con la sostituzione dei foderi forcella e di tutte le componenti interne nonchè con differenti piastre di sterzo, e contemporaneamente alzato il retrotreno, l'effetto finale è che con questo manubrio si guida in posizione caricata sull'avanti, si sente bene cosa fa la ruota anteriore e la postura mi sembra molto simile a quella del monster seppure più ampia. il posteriore è incollato a terra, bisogna strafare con le marce basse a moto molto inclinata per sentirlo scivolare, diversamente anche ad alta velocità la moto è stabile nonostante l'assenza della carenatura, certo certi curvoni a 240 alleggeriscono l'avantreno ma è piacevolmente controllabile nonostante l'ammortizzatore di sterzo sia sul duro andante. le sc2 sono delle buone gomme che non avevo mai provato, i freni sono potenti grazie a pompa radiale discacciati tubi in treccia e pastiglie sbs sinterizzate su dischi discacciati all'anterioe e breaking al posteriore. lui ha autocostruito la leva freno anteriore in alluminio e devo dire che è proprio ben fatta bella grossa ed ergonomica. l'intervento della frenata è però ruvido, credo dipenda dalle pastiglie. il sound spingendo è bello profondo e pieno, mi piace. questa terza sella che è attualmente in uso riduce parecchio i fianchi rispetto all'originale e tutto sommato per me che sono alto tutta la posizione in sella risulta raccolta quel tanto giusto per sentire la moto.
oggi sono andato nuovamente dal pusher a ritirare la seconda tranche di ricambi, un altro cofano pieno di pezzi e nuova officiazione, oggi ho ascoltato la storia di ogni singola vite, che è stata altresì pesata e confrontata, è un personaggio fantastico
ho anche fatto le coccole alla piccolina l'ho pulita le ho messo la batteria nuova qualche spruzzatina di wd40, e per fortuna ho appurato che tutta la viteria interamente sostituita è di colore attinente al componente su cui è fissata, cioè nero o grigio, non ci sono quindi stramberie e colorazioni vistosamente arlechinesche. l'unico componente colorato sono i cotrappesi del manubrio.
avendo abbassato l'avantreno con la sostituzione dei foderi forcella e di tutte le componenti interne nonchè con differenti piastre di sterzo, e contemporaneamente alzato il retrotreno, l'effetto finale è che con questo manubrio si guida in posizione caricata sull'avanti, si sente bene cosa fa la ruota anteriore e la postura mi sembra molto simile a quella del monster seppure più ampia. il posteriore è incollato a terra, bisogna strafare con le marce basse a moto molto inclinata per sentirlo scivolare, diversamente anche ad alta velocità la moto è stabile nonostante l'assenza della carenatura, certo certi curvoni a 240 alleggeriscono l'avantreno ma è piacevolmente controllabile nonostante l'ammortizzatore di sterzo sia sul duro andante. le sc2 sono delle buone gomme che non avevo mai provato, i freni sono potenti grazie a pompa radiale discacciati tubi in treccia e pastiglie sbs sinterizzate su dischi discacciati all'anterioe e breaking al posteriore. lui ha autocostruito la leva freno anteriore in alluminio e devo dire che è proprio ben fatta bella grossa ed ergonomica. l'intervento della frenata è però ruvido, credo dipenda dalle pastiglie. il sound spingendo è bello profondo e pieno, mi piace. questa terza sella che è attualmente in uso riduce parecchio i fianchi rispetto all'originale e tutto sommato per me che sono alto tutta la posizione in sella risulta raccolta quel tanto giusto per sentire la moto.
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Ohhh fermi fermi.. Fratello lord secondo te ti dico che non e' bella?? Era un giuoco di parole.. Mi e' sempre piaciuta,,anzi delle big naked sempre stata la mia preferita.. Giallo/nera mi piaceva tantissimo! Anzi non vedo l'ora di farci una alghero-bosa con scambio moto!!
la vita scorre... vi aspetto sul passo.
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