Web is back!
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Re: Web is back!
Usti m'era sfuggito anche questo post!
Devo avere qualche filtro...
A te pero' i complimenti non li faccio !
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- Dago
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Re: RE: Re: Web is back!
Joytoy ha scritto:Purtroppo non è questa la Le Mans da mettere in garage, tutto qui.
Tanto tra sei mesi la rivende al doppio di quello che l'ha pagata ...
Sto quasi pensando di investire in web-bond
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Re: RE: Re: RE: Re: Web is back!
AhahahhaDago ha scritto:Joytoy ha scritto:Purtroppo non è questa la Le Mans da mettere in garage, tutto qui.
Tanto tra sei mesi la rivende al doppio di quello che l'ha pagata ...
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- web
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Re: Web is back!
Concordo con Joytoy sulla Le Mans 1
Invece non mi piace la 3, troppo squadrata e spigolosa.
Della 2 non parlo nemmeno, perchè non si può proprio vedere
Quello che dovevo scrivere sulla mia l'ho già scritto, una moto nata tardi e male.
Ma io non l'ho comprata per il suo valore storico-collezionistico, che al momento è basso.
L'ho comprata per spacciugarla, perchè la sua linea mi piace e perchè è la Le Mans che, con pochi aggiustamenti, va meglio di tutte e 5 le serie (esiste anche la Le Mans 1000 CI o Le Mans 5) pur costando cifre abbordabili e che comunque ho potuto sostenere senza stare troppo a pensarci su: ho visto l'annuncio, ho mandato un messaggio, all'indomani sono andato dal venditore e gli ho stretto la mano. In 24h ho fatto tutto.
Avessi dovuto tirar fuori i 12.000/14.000€ necessari ad acquistare una LM1 mi sarei semplicemente orientato su altro.
Nella mia wish list quella moto c'è, ma sta almeno in quarta, quinta fila
Invece non mi piace la 3, troppo squadrata e spigolosa.
Della 2 non parlo nemmeno, perchè non si può proprio vedere
Quello che dovevo scrivere sulla mia l'ho già scritto, una moto nata tardi e male.
Ma io non l'ho comprata per il suo valore storico-collezionistico, che al momento è basso.
L'ho comprata per spacciugarla, perchè la sua linea mi piace e perchè è la Le Mans che, con pochi aggiustamenti, va meglio di tutte e 5 le serie (esiste anche la Le Mans 1000 CI o Le Mans 5) pur costando cifre abbordabili e che comunque ho potuto sostenere senza stare troppo a pensarci su: ho visto l'annuncio, ho mandato un messaggio, all'indomani sono andato dal venditore e gli ho stretto la mano. In 24h ho fatto tutto.
Avessi dovuto tirar fuori i 12.000/14.000€ necessari ad acquistare una LM1 mi sarei semplicemente orientato su altro.
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Re: RE: Re: Web is back!
Te intanto manda pure il bonifico che ti apro il deposito titoli sulla Vichiaccio Investment Bank,
poi ti faccio sapere come va il tuo investimento...
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Re: Web is back!
Quella da avere sarebbe questa.. per me... E mi piace molto...
Purtroppo piace anche agli altri e le quotazioni sono altissime
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Re: Web is back!
E infatti quella è la Le Mans 1. Ormai una roba da collezionisti.
Visto che siamo a fantasticare, questa mi piacerebbe ancora di più, ma costa più della Le Mans.
Un mio amico ne ha una, ci venne con me all'Isola di Man!
Purtroppo sta sotto un telo di nylon da almeno 10 anni e escono i fiori dalle marmitte (sul serio )
Sentito pochi giorni fa mi ha detto che si è finalmente deciso a restaurarla..
Visto che siamo a fantasticare, questa mi piacerebbe ancora di più, ma costa più della Le Mans.
Un mio amico ne ha una, ci venne con me all'Isola di Man!
Purtroppo sta sotto un telo di nylon da almeno 10 anni e escono i fiori dalle marmitte (sul serio )
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Re: Web is back!
ecco... finalmente la TTA ...
______________________________________________
"Noi fummo i gattopardi, i leoni. Chi ci sostituirà saranno gli sciacalli, le iene. E tutti quanti, gattopardi, leoni, sciacalli o pecore, continueremo a crederci il sale della terra."
"Io penso spesso alla morte. Vedi, l'idea non mi spaventa certo. Voi giovani queste cose non le potete capire, perché per voi la morte non esiste, è qualcosa ad uso degli altri."
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Re: Web is back!
Dopo una merda di CIAO nel 1983 salì sulla Laverda LZ 125 Elegance bordeaux metallizzato con cupolino che fu la mia prima moto.
Nel giro di poco il mondo delle 125 cambiò radicalmente tant'è che fui costretto a venderla perchè mio fratello diventato 16enne si rifiutava di usare un cimelio e così condividemmo per 3 anni una Honda NS 125 F che era già nell'era delle moto moderne...
Poi il seguito è un'altra storia...
Comunque il quel periodo pur capendoci poco ero affascinato dalla Ducati Darmah, ma la prima supersport del cuore fu la Katana...vista da uno che ancora girava con il Ciao...
Nel giro di poco il mondo delle 125 cambiò radicalmente tant'è che fui costretto a venderla perchè mio fratello diventato 16enne si rifiutava di usare un cimelio e così condividemmo per 3 anni una Honda NS 125 F che era già nell'era delle moto moderne...
Poi il seguito è un'altra storia...
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Re: Web is back!
In effetti in quegli anni la Laverda fece una fiammata con le 125 che montavano il motore Zundapp.
Mi ricordo che la stessa moto veniva vestita da custom, da sportiva e da naked.
A Firenze girava anche qualche Beta 125 stradale ma erano rarissime.
Poi il mitico Aspes Yuma e il Malanca OBone
Altrimenti Vespa PX con i vari Pinasco, Polini, doppie alimentazioni, carburatori enormi, carter alesati etc etc
Mi ricordo che la stessa moto veniva vestita da custom, da sportiva e da naked.
A Firenze girava anche qualche Beta 125 stradale ma erano rarissime.
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Re: Web is back!
Nell'83 facevo il I°superiore e davanti alla scuola c'era parcheggiata una Ducati Pantah 350XL arancione e nera, quella moto mi fece innamorare delle Ducati, aveva 3 dischi, ma in quel periodo imperversava la Yamaha rd 350 soprannominata la bara, aveva un solo disco davanti e il tamburo dietro, e allora capii che noi italiani eravamo telaisticamente superiori ai giapponesi,motoristicamente era un'altra storia
"noi italiani facevamo motori da 100cv/litro quando i giapponesi portavano ancora i calzoncini corti"
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Re: Web is back!
A me la moto che fece letteralmente impazzire per la Ducati fu questa.
Non va una sega e sarebbe praticamente inutilizzabile ma se ne trovassi una a un prezzo decente penso che farei una pazzia e la comprerei!
Non va una sega e sarebbe praticamente inutilizzabile ma se ne trovassi una a un prezzo decente penso che farei una pazzia e la comprerei!
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Re: RE: Re: Web is back!
Siamo in 2!
E pensare che conosco un tizio che ha più di 70 anni e non la vende perché gliela ha regalata la moglie.
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Re: Web is back!
A me piace il giusto: e poi con tutte quelle serie "speciali" Montjuich, Santamonica, eccetera... sembrava già il concetto mktg MV in incubazione.
Piuttosto che la F1 nel garage storico la Ducati che metterei (una delle Ducati) certamente sarebbe l'ultima 900 SS S2 coppie coniche, demi fairing color bronzo con filetti gialli.
Piuttosto che la F1 nel garage storico la Ducati che metterei (una delle Ducati) certamente sarebbe l'ultima 900 SS S2 coppie coniche, demi fairing color bronzo con filetti gialli.
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Re: Web is back!
Joytoy, a parte che quella è la ben più limitata F3, con i suoi miseri 350cc, il ragionamento che fai è quanto di più personale possa esserci.
La maggior parte delle persone che scrivono qui forse erano appena nate quando le Ducati a coppie coniche solcavano le nostre strade.
Ognuno ha nel suo diario dei ricordi il mezzo che ha fatto battere il cuore o che rappresenta un pezzetto del proprio passato.
C'è gente che spende una fortuna per una Fiat 600 Abarth e io non la prenderei nemmeno in regalo!
Per questo diventa difficile o impossibile esprimersi su "questa è meglio di quella".
Se si acquista per ragioni speculative o per mettere in piedi una collezione può avere un senso ma qui di parla della moto che aveva lo zio, il vicino di casa figo, il pilota del paese o il compagno di classe ricco di famiglia.
Ognuno ha la sua e io confermo che, per la mia storia, la F3 è la Ducati per eccellenza.
Non perchè sia la migliore, la più preziosa o la più veloce ma solo perchè io e Gifo passavamo le serata ad ammirarla nella vetrina di una piccola officina di Bagno a Ripoli, alla periferia di Firenze
La maggior parte delle persone che scrivono qui forse erano appena nate quando le Ducati a coppie coniche solcavano le nostre strade.
Ognuno ha nel suo diario dei ricordi il mezzo che ha fatto battere il cuore o che rappresenta un pezzetto del proprio passato.
C'è gente che spende una fortuna per una Fiat 600 Abarth e io non la prenderei nemmeno in regalo!
Per questo diventa difficile o impossibile esprimersi su "questa è meglio di quella".
Se si acquista per ragioni speculative o per mettere in piedi una collezione può avere un senso ma qui di parla della moto che aveva lo zio, il vicino di casa figo, il pilota del paese o il compagno di classe ricco di famiglia.
Ognuno ha la sua e io confermo che, per la mia storia, la F3 è la Ducati per eccellenza.
Non perchè sia la migliore, la più preziosa o la più veloce ma solo perchè io e Gifo passavamo le serata ad ammirarla nella vetrina di una piccola officina di Bagno a Ripoli, alla periferia di Firenze
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Re: Web is back!
Esattamente questo. Ciò che scrive il buon Web. Il senso di quanto sta uscendo fuori da questo thread. Un po' inquinato rispetto all'intenzione iniziale forse, ma secondo me bello per il significato che sta prendendo.
Ad esempio, nel mio caso, prendo il 1986. In quell'anno usciva Top Gun e sotto casa mia, un mio amico più fortunato di me, girava con una AF1 50cc, senza casco e con lo Schott che aveva Cruise nel film.
Io avevo 12 anni, passione per gli aerei già viva (trasmessa da mio padre) ma già segata in partenza dall'allora miopia e amore incondizionato per le moto, che come detto non potevo avere.
Più avanti un altro mio amico, comprò la SS 350 (mezza caren, distrutta dopo una settimana) e pochi anni dopo vidi, sempre di un ragazzo sotto casa, la SS900 (carena completa). E fu un colpo di fulmine impressionante. Ecco perchè la mia prima "moto vera" dopo la 125 fu la SS FQ. Purtroppo solo 600cc, ma la bellezza era quella e ancora oggi mi ricordo le forme per come le accarezzavo quando la asciugavo e le toglievo la cera
Ad esempio, nel mio caso, prendo il 1986. In quell'anno usciva Top Gun e sotto casa mia, un mio amico più fortunato di me, girava con una AF1 50cc, senza casco e con lo Schott che aveva Cruise nel film.
Io avevo 12 anni, passione per gli aerei già viva (trasmessa da mio padre) ma già segata in partenza dall'allora miopia e amore incondizionato per le moto, che come detto non potevo avere.
Più avanti un altro mio amico, comprò la SS 350 (mezza caren, distrutta dopo una settimana) e pochi anni dopo vidi, sempre di un ragazzo sotto casa, la SS900 (carena completa). E fu un colpo di fulmine impressionante. Ecco perchè la mia prima "moto vera" dopo la 125 fu la SS FQ. Purtroppo solo 600cc, ma la bellezza era quella e ancora oggi mi ricordo le forme per come le accarezzavo quando la asciugavo e le toglievo la cera
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Re: Web is back!
Io sono con voi per quanto riguarda il mood delle moto per il garage impossibile: nel mio c'è addirittura la Morini 500 6V Sport!...
Forse mi sono spiegato male e il mio sembrava un giudizio assoluto, ma non è così (e poi giudizi assoluti..) perchè in più vorrei una SS900 S2 coppie coniche e non la MH Replica: come voi non sto guardando al collezionismo e ai soldi di quotazione, quanto invece al sentimento personale, creato nel tempo con le proprie esperienze e conoscenze.
Forse mi sono spiegato male e il mio sembrava un giudizio assoluto, ma non è così (e poi giudizi assoluti..) perchè in più vorrei una SS900 S2 coppie coniche e non la MH Replica: come voi non sto guardando al collezionismo e ai soldi di quotazione, quanto invece al sentimento personale, creato nel tempo con le proprie esperienze e conoscenze.
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Re: Web is back!
Nessun inquinamento, anzi era proprio il senso del mio post, dove scrivevo "Web is Back" non solo per fare il verso a Desmoone ma anche proprio nel voler significare un ritorno a 35 anni fa, in tutti i sensi.cityhunter ha scritto: ↑13/01/2022, 16:16Esattamente questo. Ciò che scrive il buon Web. Il senso di quanto sta uscendo fuori da questo thread. Un po' inquinato rispetto all'intenzione iniziale forse, ma secondo me bello per il significato che sta prendendo.
Del resto le moto e le macchine attuali, oltre a costare un sacco di soldi sia nell'acquisto che nel mantenimento, consentono pochi margini di spacciugamento, a meno di non spendere davvero cifre folli (vedi l'Akrapovic della moto di Desmoone )
Questo è un ritorno agli anni della Tricolore, del Rondella, di Torcida.
Moto che si riparavano con un filo di ferro e che montavano i pezzi di altre 10 moto diverse.
Io per esempio oggi pomeriggio ho montato sul Le Mans una coppia di semimanubri di alluminio pagati 35 euro su Amazon.
Sto cercando le "trombette" o cornetti dei carburatori e poi dovrò cambiare i getti.. robe che non facevo più da decenni, abituati come siamo a limitarci a far riprogrammare le Eprom.
Poi vorrei montare una frizione idraulica al posto di quella a filo, per farlo penso di adattare una Brembo oro ex 916 con un attuatore Accossato da 80€
Insomma, una project bike su cui fare i balocchi e rivivere sensazioni di guida dimenticate da tempo, abituato alla perfezione degli ultimi anni su BMW
PS
A proposito della Tricolore: qualcuno ricorderà che l'acquistò Giamba, un ragazzo di Cagliari amico di STefano.
In questi giorni ci siamo sentiti spesso perchè lui, dopo averla venduta ad un tedesco più di 10 anni fa, comprò.... una Le Mans 1000
Da allora ha cambiato almeno 3 tipi di carburatori, ha montato la distribuzione a ingranaggi, cambiato le forcelle, rifatto cilindri e pistoni portandola a 1050cc, modificato le teste e mille altre robe.
E' così innamorato di questa moto al punto che ne ha comprata un'altra, che sta modificando in stile cafè racer
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Re: Web is back!
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Re: Web is back!
Paolo C fava galattica is back!
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espatriato nella Patta e adn del Reparto Forse
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Re: Web is back!
A Palermo ieri ...
Sembravano appena uscite dal concessionario...
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Re: Web is back!
Il cupolino della prima Le Mans è perfetto in tutto: quando Beppe aveva ancora il Monster 750 Dark a carburatori, gli mettemmo i mezzi manubri bassi e il cupolino della LM, naturalmente nero opaco. Una meraviglia.
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Re: Web is back!
Concordo, la Le Mans 1 è un monumento.
A me piace molto anche la S, ma nella versione successiva con la sella più a zeppa e il freno a disco posteriore.
Ne ha una un mio amico, ci venne all'Isola di Man con quella
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Re: Web is back!
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Re: Web is back!
When Moto Guzzi released their V7 Sport during 1971 they were at the forefront of the Superbike revolution. It may have had its origins in the heavy touring V7 but the V7 Sport was one of the fastest and best handling production motorcycles available at the time. Unfortunately Moto Guzzi was also in crisis, reeling from a decade of poor sales and mismanagement. The result was bankruptcy, and with the government appointed liquidators desperate for a sale, Argentinean born Alejandro De Tomaso bought Moto Guzzi for a pittance in December 1972.
De Tomaso already owned Benelli and considered the existing range of Moto Guzzis, including the V7 Sport, too conservative and old-fashioned. He also thought the specification of the V7 Sport was too high to be profitable. Not only did the myriad of detail touches add to the cost, the obsolete double-sided twin-leading shoe front brake was more expensive to produce than a comparable disc brake. While he didn’t really support it, somehow De Tomaso sanctioned the production of the Sport Touring 850 T. Fortuitously the development team also found time to create an interim Sport model, the 750 S. Only produced for one year the 750 S as an unusual model, bridging the old (where cost wasn’t a consideration), and the new (with an emphasis on style).
The 750 S was very similar in specification to the 1973 disc-braked V7 Sport, but was now set up for a proper left side gearshift without the V7 Sport’s reversed shifting pattern. Most updates in the transition from V7 Sport to 750 S were stylistic. By 1974 many Italian motorcycle manufacturers were investigating new stylistic ideas, and De Tomaso was at the forefront. De Tomaso had a strong interest in automobiles and the trend from automotive-inspired designers was a move away from round forms to the angular shapes that predominated in car design in the 1970s. The Benelli Sei began this trend, and Ducati followed by commissioning Giorgetto Giugiaro of Ital Design to design the angular 860 GT. But as Moto Guzzi was busy developing the 850 T there was little they could do to the V7 Sports styling apart from introducing bold new colours and angular toolboxes. The 750 S represented Italian style at its best and is now considered one of the best looking motorcycles of the era .
Because of the bold styling initiatives the 750 S almost looked like a new motorcycle. The fuel tank was painted black and set off by a distinctive pair of diagonal stripes, in red, orange or green. While the Silentium mufflers were as before, these were painted matt black. In 1974 the 750 S competed directly with the Benelli Sei, as well as the more exotic desmodromic Ducati 750 Super Sport and Laverda 750 SFC. At the time a Honda 750 Four, Triumph Trident, or Norton Commando sold for less than $2,000 and these expensive Italian 750s were really only for the connoisseur.
Although the 850 Le Mans was already waiting in the wings, delays in implementing its production saw the 750 continue for 1975. The resulting 750 S3 was another confusing model, incorporating some improvements over the 750 S and V7 Sport, but generally reflecting the continual downgrading in specification and cost-cutting that typified the De Tomaso era. With 55 changes in parts specification the 750 S3 was more closely related to the 850 T3 than the earlier 750 S. But while it may have had deficiencies, the 750 S3 was still a stunning looking motorcycle, with timeless styling in the finest Italian tradition.
To reduce production costs the 750 S3 engine was based on the touring 850 T3. Thus it was essentially the 844cc T3 motor with a shorter stroke 750 S crankshaft and slightly smaller and higher compression pistons. Although the claimed power was unchanged at 70 horsepower at 7,000 rpm, as the camshaft was the milder touring 850 T3 type the 750 S3 suffered in performance slightly compared to the earlier 750 S and V7 Sport. One advantage of the 850 T3 cylinder head was the exhaust header pipes now attached to the cylinder head with two studs instead of screwing directly into the head, eliminating the previous problem of the exhaust header pipes working loose. Another improvement was the inclusion of a disposable oil filter in the sump as on the 850 T3.
It was the linked braking system that really set the S3 apart from the earlier 750 S and V7 Sport. Here a handlebar mounted front master cylinder operated the right front Brembo brake caliper, with the rear foot pedal and master cylinder operating the rear and left front calipers. This patented braking system would become a Moto Guzzi trademark.
By 1975 the 750 S3 was outclassed in outright performance, not only by larger capacity Italian machines, but also by a new generation of German and Japanese Superbikes. As buyers demanded more power and torque the 750 cc era came to an end. Ducati’s 750 Super Sport grew to a 900, the Laverda 750 SF was usurped by their 1000cc triple, and the BMW and Kawasaki 900s were about to become 1000cc. Moto Guzzi had their 850 Le Mans waiting and ready to go, and now was time to unleash it. But today these short lived 750s are considered amongst the most iconic and significant motorcycles of the early Superbike era.
Ian Falloon
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De Tomaso already owned Benelli and considered the existing range of Moto Guzzis, including the V7 Sport, too conservative and old-fashioned. He also thought the specification of the V7 Sport was too high to be profitable. Not only did the myriad of detail touches add to the cost, the obsolete double-sided twin-leading shoe front brake was more expensive to produce than a comparable disc brake. While he didn’t really support it, somehow De Tomaso sanctioned the production of the Sport Touring 850 T. Fortuitously the development team also found time to create an interim Sport model, the 750 S. Only produced for one year the 750 S as an unusual model, bridging the old (where cost wasn’t a consideration), and the new (with an emphasis on style).
The 750 S was very similar in specification to the 1973 disc-braked V7 Sport, but was now set up for a proper left side gearshift without the V7 Sport’s reversed shifting pattern. Most updates in the transition from V7 Sport to 750 S were stylistic. By 1974 many Italian motorcycle manufacturers were investigating new stylistic ideas, and De Tomaso was at the forefront. De Tomaso had a strong interest in automobiles and the trend from automotive-inspired designers was a move away from round forms to the angular shapes that predominated in car design in the 1970s. The Benelli Sei began this trend, and Ducati followed by commissioning Giorgetto Giugiaro of Ital Design to design the angular 860 GT. But as Moto Guzzi was busy developing the 850 T there was little they could do to the V7 Sports styling apart from introducing bold new colours and angular toolboxes. The 750 S represented Italian style at its best and is now considered one of the best looking motorcycles of the era .
Because of the bold styling initiatives the 750 S almost looked like a new motorcycle. The fuel tank was painted black and set off by a distinctive pair of diagonal stripes, in red, orange or green. While the Silentium mufflers were as before, these were painted matt black. In 1974 the 750 S competed directly with the Benelli Sei, as well as the more exotic desmodromic Ducati 750 Super Sport and Laverda 750 SFC. At the time a Honda 750 Four, Triumph Trident, or Norton Commando sold for less than $2,000 and these expensive Italian 750s were really only for the connoisseur.
Although the 850 Le Mans was already waiting in the wings, delays in implementing its production saw the 750 continue for 1975. The resulting 750 S3 was another confusing model, incorporating some improvements over the 750 S and V7 Sport, but generally reflecting the continual downgrading in specification and cost-cutting that typified the De Tomaso era. With 55 changes in parts specification the 750 S3 was more closely related to the 850 T3 than the earlier 750 S. But while it may have had deficiencies, the 750 S3 was still a stunning looking motorcycle, with timeless styling in the finest Italian tradition.
To reduce production costs the 750 S3 engine was based on the touring 850 T3. Thus it was essentially the 844cc T3 motor with a shorter stroke 750 S crankshaft and slightly smaller and higher compression pistons. Although the claimed power was unchanged at 70 horsepower at 7,000 rpm, as the camshaft was the milder touring 850 T3 type the 750 S3 suffered in performance slightly compared to the earlier 750 S and V7 Sport. One advantage of the 850 T3 cylinder head was the exhaust header pipes now attached to the cylinder head with two studs instead of screwing directly into the head, eliminating the previous problem of the exhaust header pipes working loose. Another improvement was the inclusion of a disposable oil filter in the sump as on the 850 T3.
It was the linked braking system that really set the S3 apart from the earlier 750 S and V7 Sport. Here a handlebar mounted front master cylinder operated the right front Brembo brake caliper, with the rear foot pedal and master cylinder operating the rear and left front calipers. This patented braking system would become a Moto Guzzi trademark.
By 1975 the 750 S3 was outclassed in outright performance, not only by larger capacity Italian machines, but also by a new generation of German and Japanese Superbikes. As buyers demanded more power and torque the 750 cc era came to an end. Ducati’s 750 Super Sport grew to a 900, the Laverda 750 SF was usurped by their 1000cc triple, and the BMW and Kawasaki 900s were about to become 1000cc. Moto Guzzi had their 850 Le Mans waiting and ready to go, and now was time to unleash it. But today these short lived 750s are considered amongst the most iconic and significant motorcycles of the early Superbike era.
Ian Falloon
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MASSIMO SOLDI Sul masso che rotola non si attacca il muschio
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