OFFICINA - MOTORE - SOSTITUZIONE FRIZIONE

FRENI


SOSPENSIONI


MOTORE


CARBURATORI


CENTRALINE


SCARICO


IMPIANTO ELETTRICO


CARROZZERIA


TRASMISSIONE


VARIE


di STefano

Il consumo del materiale d’attrito all’interno del carter frizione provoca ovviamente la formazione di un sottile pulviscolo che nel coperchio originale, sigillato da una guarnizione, tende ad accumularsi, formando anche dei residui solidi. Il piccolo sfogo presente nella parte inferiore del coperchio non è sufficiente ad assicurare l’eliminazione di tale residuo per cui è una pratica consigliabile quella di procedere alla periodica pulizia del complesso tramite un getto di aria compressa. Diversamente avverrà nel caso di coperchi “after-market” aperti, tali da permettere l’evacuazione del pulviscolo; gli stessi però provocheranno contemporaneamente l’ingresso di altri agenti come l’acqua piovana, la cui azione ossidante potrebbe a lungo andare deteriorare le superfici.

La sostituzione dei dischi frizione è un’operazione decisamente semplice e non richiede particolari attrezzature. Anzitutto occorre liberare il carter relativo, il che nel caso di moto come la serie 748/9XX richiede la rimozione della carena destra. Quindi si passa ad asportare il carter tondo circondato da ben sei viti: attenzione però, non sono tutte da asportare!!! Quelle da svitare sono quattro: svitando per prima quella in basso, ruotando in senso orario, salteremo la seconda e la quarta, mentre sviteremo la terza, la quinta e la sesta, che si viene a trovare immediatamente vicina al sensore di pressione dell’olio. Sui modelli meno recenti le viti da non svitare non sono visibili per cui si evita ogni malinteso. Facendo attenzione alla loro posizione, riporremo dette viti da parte e toglieremo quindi il coperchio, recuperando la guarnizione in gomma relativa (Nota bene: non si pensi di riapplicare il coperchio senza guarnizione, dato che al suo interno sono celati dei distanziali che ne determinano il corretto posizionamento; volendo far “respirare” la frizione si può recuperare tali spessori dalla guarnizione e posizionarli tra carter e coperchio).

Ecco allora che si presenta alla vista il complesso dello spingidisco con le sei molle di contrasto. Ciascuna di esse è dotata di uno scodellino serrato da una vite a brugola, rimovendo la quale è possibile asportare la molla stessa e liberare lo spingidisco, che può quindi essere sfilato insieme all’asta di comando che attraversa il carter. Molta attenzione va riposta durante questa operazione per non rovinare le tenute presenti sull’asta e per evitare di contaminarla con polvere o altro.

Una volta rimosso lo spingidisco i dischi sono liberi di potere essere sfilati dalla campana mantenendoli ben allineati in direzione assiale (evitando cioè di inclinarli dal momento che andrebbero inevitabilmente ad impuntarsi sulla superficie del tamburo o della campana).

La sostituzione è quindi banale, e al rimontaggio occorre prestare attenzione solo al fatto che lo spingidisco ha una posizione obbligata, suggerita dal riferimento presente sul tamburo e sullo spingidisco stesso (una freccia triangolare ricavata nella fusione). Non c’è comunque possibilità di errore, perché solo se posizionato correttamente il piatto porterà i dischi a battuta. Nel riposizionare le molle è consigliabile cercare di mantenere il più centrato possibile ciascuno scodellino, andando poi ad avvicinare progressivamente le sei molle stringendo le brugole “in croce” (lavorando cioè sempre passando da una vite a quella diametralmente opposta).

Dopo avere rimontato le parti esterne, dopo un breve rodaggio di assestamento, la frizione sarà pronta a percorrere ancora numerosi chilometri e a condire i nostri spostamenti con la sua inconfondibile colonna sonora.

 

qualsiasi riproduzione anche parziale è vietata - © S.F.2001 ttacademy.org 2002

Contatta staff - TTA - L'Accademia del Bicilindrico - Archivio - Inizio pagina