Milleminchia 2004
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I preparativi di Taaato
Sabato 24 luglio 2004 alle ore 5,35 dalle Terme di Riccione partirà una edizione
sperimentale della 1000minchia. Onde evitare fraintendimenti si fa presente che
1) NON si tratta di evento ufficiale TTA
2) NON saremo sempre fermi
3) NON passeremo da Valle D'Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Trentino Alto
Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Abruzzi Molise, Puglia, Calabria, Lucania,
Sicilia, Sardegna, Campania
4) NON faremo strade brutte
5) NON modificheremo per nessun motivo itinerario o tabella di marcia
6) NON regaleremo ai partecipanti un simpatico gadget
7) NON verrà chiesta una quota di iscrizione
8) NON viaggeremo col buio
9) NON sappiamo dove dormiremo
10) NON andremo a gnocca
Tutti coloro che alle condizioni sopra esposte volessero aggregarsi -in tutto o
in parte- al percorso, sono pregati di inviare un messaggio privato a Lenteo.
Due giorni di sado-motociclismo ascetico Vi attendono impazienti.
Tre uomini e una patata di Taaato
Il giorno prima è un incubo popolato di corpi sfarfallanti. Gnello è moderatore
competente di indole buona e generosa e la Vergine ha la preveggenza di
guastarsi dalle sue parti. Individua il guasto auscultando il rombo al cellulare
e in due e due quattro i farfalloni vengono indotti a miti consigli.
Bloccadisco, cartina, soldi, documenti, cellulare. Convinco Gnellone che in
estate l'antipioggia è accessorio utile ma non necessario. Rimpiangerà la sua
scelta anche se Teo dimostrerà che l'antipioggia è condizione necessaria ma non
sufficiente per restare asciutti.
La mattina ci troviamo Teo ed io. Poco dopo giunge Gnello rivelando una inattesa
vitalità. Scende plastico dalla moto, saluta, sorride, prende il bagaglio. Poi,
ad energie evidentemente esaurite, si prende la testa tra le mani e si trasforma
in una figura dolente che richiama la Maddalena ai piedi della Croce.
Vengono distribuite le magliette ufficiali ma per un deprecabile refuso
tipografico sulla schiena al posto del motto "O Roma o Orte" campeggia
l'ennesimo ossessivo gioco a sfondo sessuale "Sono una figa". Non è l'unico
inconveniente purtroppo. L'incaricato della documentazione fotografica si
rifiuta di prendere con sè l'indispensabile strumento. Per documentare il nostro
passaggio ovvieremo scrivendo sui muri delle principali vestigia del passato "Ifix
Tchen Tchen".
Un caffè e partiamo, accompagnati dalle note di "Nessun dorma" e dal rituale
lancio di reggiseni.
Viamaggio è un classico ma Bocca Serriola è una pista di bob. Specialmente alle
otto di mattina mentre i solerti vigili delle OAM* si stan facendo la barba.
Dentro la Locanda al passo ci accoglie il classico odore da fuga di gas. Il
gestore sfoggiando un singolare idioma - potrebbe essere Ferrini che imita Lando
Buzzanca- ci mostra un paniere pieno ricolmo di tartufi. Alla mia età ormai sono
poche le cose a cui non so resistere. Una di queste è il prezioso tubero che in
men che non si dica viene acquistato, adeguatamente impacchettato e aggregato ai
bagagli.
Giunti ad Acqualagna imbocchiamo la Flaminia. Gole del Furlo, Foligno, le fonti
del Clitumno -"Emergean lunghe ne' fluenti veli Naiadi azzurre"-, Spoleto. Terni
Narni Orte. Questo tratto, dove abbiamo privilegiato la scorrevolezza rispetto
alla piacevolezza verrà sicuramente rivisto nelle prossime edizioni. Viterbo,
finalmente la Cassia.
Fa veramente molto caldo e la stanchezza e la disidratazione cominciano a farsi
sentire. In queste condizioni la vista dell'anello azzurro del lago di Bolsena
suggerisce l'immagine di un tuffo in carena. Ma proseguiamo. Siamo nella zona
delle Crete senesi che considero una delle più belle d'Italia. La Cassia è
piacevole, una benedetta deviazione dantesco-craxiana ci porta sotto Radicofani,
riesco a strappare l'unica sosta turistica al vascone di Bagno Vignoni. Nella
circostanza la Vergine di Norimberga spegne le sue prime 20.000 candeline.
Ormai son dodici ore che siamo in sella ed è il momento di trovare un ricovero
per la notte anche in considerazione del fatto che non abbiamo prenotato e che
il luogo prescelto dovrà corrispondere ai seguenti requisiti in ordine di
importanza
a) adeguato ricovero per le moto
b) prezzi modici
c) possibilità di cenare
d) prossimità all'itinerario
e) assenza di puttanoni
Miracolosamente al primo tentativo becchiamo il posto giusto nei pressi di San
Quirico D'Orcia. La signora è disponibile e si offre di cucinarci il tubero,
confidenzialmente chiamato "La Patata". Dopo esserci -lo confesso- lavati
scendiamo accolti da una montagna di tagliatelle al tartufo cui seguirà
un'ottima fiorentina. Il tutto annaffiato copiosamente dal Principe dei vini
locali. Ebbri e satolli cominciamo a parlare male degli assenti e la cosa
potrebbe evidentemente durare sino all'alba.
Alla fine ci ritiriamo nei nostri appartamenti. Il tempo di vedere uno speciale
superbike con Borciani che sembra me quando parlo col meccanico e ci
addormentiamo -citando il Sommo- ebbri dei nostri gas.
Il risveglio ci riserva un cielo cupo e brontolante. Dopo lunghi conversari con
Teo mi accingo a quella che sarà di gran lunga l'impresa più difficile della
giornata, vale a dire svegliare Gnello. Dopo una progressiva escalation
finalmente si sveglia, proprio mentre sto per versargli nelle narici l'acqua
minerale della notte.
Partiamo e inizia a piovigginare a dispetto delle mie previsioni che davano
corsa asciutta sino all'Appennino. L'acqua aumenta e a Siena il capofila
dichiara corsa bagnata e ci fermiamo in un distributore.
Teo scende, vuole indossare la tuta antipioggia. Con passi lenti e misurati si
dirige verso la pompa. Vuole evidentemente asciugarsi la tuta con l'aria
compressa. Noi lo guardiamo biecamente. Sbaglia pompa, preme la leva e si
innaffia copiosamente la gamba di acqua. Ci guarda mesto con l'espressione del
miglior Oliver Hardy mentre piangiamo ilari lacrime.
Col buonumore torna il sereno e imbocchiamo la Chiantigiana.
E qui, in un momento mistico, compiamo il doveroso omaggio alla terra dello
S.A.P. *. Arriviamo a rompere i coglioni al web proprio mentre sta per andare al
mare. Non possiamo abusare più di tanto della sua squisita ospitalità in quanto
la tabella è tiranna. Solo il tempo di ammirare quell'angolo stupendo di
paradiso architettonico-meccanico-paesaggistico-enologico in cui non andrei mai
ad abitare e si riparte.
Giunti a Firenze e costretti a modificare l'itinerario originario (il Giogo di
Scarperia è chiuso per una manifestazione di auto d'epoca) imbocchiamo la
Consuma. Gnello saluta impennando l'uscita della Safety car e ricomincia il
tratto guidato dell'itinerario.
Senonchè, appena scollinato la pioggia ricomincia sempre più insistente. Giunti
in prossimità della Verna completamente fradici decidiamo in segno di protesta
di fermarci a mangiare. Aspettiamo ma il fortunale non accenna a placarsi.
Infine, approfittando di un suo attimo di distrazione fuggiamo inseguiti da una
nube tonante.
Imbocchiamo la Marecchiese e mestamente ci dirigiamo verso l'epilogo, non senza
avere adeguatamente celebrato il compimento delle Mille Minchia (un minchio
corrisponde a 805 metri).
Un grazie a tutti quelli che con i loro messaggi e le loro telefonate ci han
fatto sentire parte di una magnifica comunità di Nerds, ma soprattutto grazie -e
alla prossima- ai miei impareggiabili compagni di avventura.
* OttimeAmministrazioniMarchigiane
* SpiritoAnalePrimigenio
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